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A Karpathos, l’isola dell’okra: alla ricerca della pianta da gustare “come le patatine”

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Siamo arrivati a Karpathos per cercare la pianta di okra, bamies, come la chiamano qui. Era tempo che la mangiavamo nel Dodecaneso ma in nessuna isola attraversata finora veniva coltivata. A Karpathos, ci dicevano, a Karpathos la troverete. Ed eccoci qui.

Sbarcati a Pigadia ci siamo diretti subito verso il nord dell’isola, ad Avlona, nella valle del monte Olympos, dovendo però fare una tappa di un giorno a Mesochori (bellissima scoperta).

La strada che collega il Sud dell’isola al Nord è stata ultimata solo nel 2013, ed è una strada aspra, scavata nella roccia franata, in bilico sul precipizio. Olympos, il villaggio più noto di questa zona, non vuole piacerti a tutti i costi, ma se ti piace, te ne innamori. Qui le tradizionali si sentono fortemente, tanto che le donne anziane vivono i loro giorni vestite ancora con gli abiti di un tempo.

Nella valle di Avlona, a ridosso del monte Olympo, coltivano i campi di ortaggi senza l’utilizzo di acqua (a Karpathos ce n’è davvero poca, anche durante l’inverno), rinzaffando di sovente il terreno e coprendo, con lo stesso, la base delle piante per mantenerne l’umidità notturna. In questo modo riescono a sopperire la carenza idrica ottenendo dei discreti raccolti. E su questo piano, che pare una Valle dell’Eden, coltivano anche la pianta di okra.

Il gombo (Abelmoschus esculentus) è una pianta della famiglia delle Malvacee, la stessa dell’ibisco per capirci, ed è originaria dell’Africa tropicale. È conosciuta anche come ocra od okra, e in queste zone del Sud Dodecaneso è una verdura molto apprezzata grazie anche al suo alto contenuto di potassio, che, con queste temperature, è davvero un elemento prezioso per la salute.

Di David Zonta

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